Sollecitata da un paio di esperienze fatte nel mondo “virtuale” dei social-media, ho scritto e pubblicato un articolo intitolato FAKE NEWS : il “re nudo” e il pollo di Trilussa.

Per evitare polemiche inutili, ho espresso la mia opinione senza riportare i due fatti veri, reali perché realmente accaduti, che sono stati la “causa scatenante” di questa mia esternazione, ovvero i suoi presupposti.

Il primo è stato la lettura di un post su Linkedin a commento di un fatto di cronaca, in cui ho trovato informazioni che non erano invece state riportate dalle notizie diffuse da agenzie stampa e media sull’accaduto:

foto NON IN MIO NOME26 scatole di legno che contengono il corpo freddo di ragazze che saranno seppellite senza che si conosca neppure il loro nome. Non c’erano i loro genitori a poterle piangere e forse neppure ancora lo sanno. Solo uomini a parlare. Nessuna persona migrante ha avuto parola. Si è invocata la sicurezza anche nella preghiera. Le bare avevano solo un adesivo che denominava il cimitero di destinazione. Dei sogni di queste ragazze, del loro dolore non importa a nessuno. Quante ancora ce ne saranno sommerse nel nostro mare? Che dolore. Povera nostra umanità. In questo mondo io non mi riconosco. I nostri posteri ci chiederanno conto di questo olocausto e noi, noi tutte e tutti testimoni di questo tempo, inventeremo risposte da dare. Che dolore. Non in mio nome, non in mio nome. – Carmen Vicinanza

Il secondo è un’interazione seguita ad un post su Twitter, un’affermazione, anzi una spirititosaggine, che ha destato la mia preoccupazione e reazione “vendicativa”, cioè rivendicativa. Ecco il post :

Oggi é la #GiornataMondialeWC. Che cagata di giornata. #WorldToiletDay

La mia suscettibilità a questa baggianata era motivata dal fatto che con le parole-chiave (hashtag) questo post è stato pubblicato online nel repertorio di interventi sull’argomento e di interazioni “virtualmente virali” della mobilitazione globale. Un’azione inconsulta che non può essere considerata innocente perché compiuta da una persona che si presenta con collegamenti diretti (referenziali – referenze) a RAI3 e MTV e si descrive con la sintesi biografica (autobiografica / auto-referenziale) “Faccio in tv”. Perciò prima di accusarlo di aver commesso un errore, un’involontaria sottovalutazione, o un misfatto, un’intenzionale satira di svilimento e denigrazione, avevo controllato se la mia valutazione fosse corretta:

1 ) ho cercato di capire da che pulpito provenisse, così ho scoperto che il predicatore 10 anni fa era un ventenne protagonista un reality-show e oggi è un autore di programmi televisivi, quindi non una persona qualunque, bensì un affermato professionista della comunicazione e, con questo ruolo, un individuo con un profilo molto influente sui social-media, un opinion leader;

2 ) ho riguardato le definizioni di fake-news, come questa che specifica «si utilizza per indicare quelle fonti che “inventano del tutto le informazioni, disseminano contenuti ingannevoli, distorcono in maniera esagerata le notizie vere”. Questa definizione è di Melissa Zimdars, docente di comunicazione al Merrimack College, e promotrice del progetto OpenSources, nato per mappare in maniera collaborativa le “fonti false, ingannevoli, clickbait o satiriche”».

Quindi certamente sì: la mia e ogni altra sentenza e azione rivendicativa contro questa “cagata” è giusta, corretta, eticamente e deontologicamente ineccepibile, utile e, se possibile, necessaria.

Non si può, e non si deve, tollerare che su fatti atroci e problemi gravi si facciano della retorica demagogica e dell’ironia irresponsabile.

citizen kane - QUARTO POTEREBisogna vigilare per smentire le falsità e smascherare il sogghigno beffardo dei potenti, i “grandi e grossi” che umiliano chi protesta contro ingiustizie e vessazioni e reagire a chi fa la voce grossa avendo ruoli e posizioni di spicco nel quarto potere. Una tracotanza che trapela nelle risposte date dall’autore della “cagata” messo di fronte al suo duplice sbaglio:

IO – intanto non è “oggi” 17 ma oggi 19 novembre … e 4,5 miliardi di persone senza “cesso” non è una cagata, anzi : un enorme e grave problema igienico e sanitario

LUI – 1-devi stare molto calmo 2- che cagata di giornata intendevo la giornata di per sè 3- una risata, per dire, talvolta fa anche bene e aiuta la normale regolarità

IO – … c’è molto poco da ridere ! c’è tanta gente che muore perché non ha il gabinetto e la situazione in Italia è disastrosa: il sistema fognario è al collasso e in tanti posti belli in cui d’estate si va a fare il bagno si nuota in merda e piscio, si rischiano malattie mortali

Lo sbaglio nell’indicare la data della giornata mondiale promossa dall’ONU è un errore che l’autore della “cagata” poteva facilmente evitare controllando le fonti informative sull’iniziativa, uno scrupolo che è la prassi di mestiere per un professionista della comunicazione, dell’informazione e dello spettacolo.

L’errore di valutazione sulle conseguenze della infelice, inopportuna e meschina “battuta di spirito” è molto grave, e colpevole, perché una mancanza di cura professionale e attenzione deontologica che chi fa il mestiere di comunicare, informare e “guidare” l’opinione pubblica deve avere sempre avere quando fa dichiarazioni pubbliche.

LUI – Continuo a non mettere in discussione quello che hai scritto. Ma devi andare uno step oltre altrimenti non ci si intende

IO – hai ragione : sono della generazione irriverente de IL MALE, demenziale degli SKIANTOS e “spapocchiata” di QUELLI CHE da Iannacci, Fo, Paolo Rossi e Arbore & Co. … le battute fiacche e grossolane mi divertono poco

LUI – Ma anche della generazione dei 280 caratteri, altrimenti col cavolo che scrivevi sto poema. Guardiamo oltre ogni tanto, non é così tutto nero come sembra, buona giornata!

La conclusione dell’autore della “cagata”, che oltre che offensiva è anche sbagliata – non é così tutto nero come sembra contiene due errori, uno grammaticale (l’accento sulla “e”, é invece di è) e uno sintattico ( la formulazione corretta sarebbe non è tutto così nero come sembra) – dimostra proprio come e perché le fake-news siano tanto insidiosamente pericolose.

Tutti sbagliamo, può capitare! E infatti chi sbaglia “in buona fede” lo ammette e cerca di riparare ai danni eventualmente provocati. E proprio per sapere e capire quando, come e perché una notizia, un post o una dichiarazione è una fake-news bisogna considerare, valutare e ponderare la gravità di falsità ed, eventualmente, errori, e “giudicare” la consapevolezza di chi li afferma o diffonde.

Chi, oltre a non riconoscere un errore per evitarlo in futuro, pretende anche di aver ragione e di non dovere nessuna scusa e riparazione, allora è intenzionalmente colpevole di un misfatto che va denunciato, giudicato e condannato, e di un’intollerabile arroganza, la tracotanza dei forti e dei potenti che “grida vendetta“.

Prima Pagina - movie foto 2FAKE-NEWS: il “re nudo” e il pollo di Trilussa

P.S. – Nei “ruggenti” anni del secolo breve – il Novecento – “la vendetta” era un luogo comune popolare in Italia, invalso nel linguaggio giovanile ispirato dal titolo, la traduzione in italiano, del sequel di un film d’azione.

Rambo II LA VENDETTA - titolo it

 

 

4 pensieri su “FAKE-NEWS . 2 – “la vendetta”

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